Nei primi giorni di marzo sono finalmente iniziati i lavori di insonorizzazione e di manutenzione al Sonar, locale storico di Colle di Val D’Elsa. Dopo un percorso complesso, accompagnato da due anni di chiusura, finalmente il club toscano ottiene un primo passo da parte del comune. Abbiamo parlato con Michele Petricci in rappresentanza dell’Associazione The B-Side che gestiva da 12 anni le attività concertistiche all’interno dell’auditorium del Sonar.
Innanzitutto ti chiederei di raccontarci che cos’è il Sonar e cosa significa per il territorio e Colle di Val D’Elsa.
Il Sonar è una struttura di proprietà dell’Amministrazione Comunale di Colle di val d’Elsa, che dal 2001 è nelle mani di associazioni che organizzano un’importante offerta culturale per il territorio. Il 2001 coincide con il culmine di un periodo d’oro per Colle di Val D’Elsa, in pieno fermento artistico tra musica e teatro: si ricorda, ad esempio, Chris Cornell che pasteggia dal paninaro di Colle, episodi incredibili! Proprio in questo momento florido, alla luce delle precedenti esperienze di aggregazione e cultura, lo stabile del Sonar-Casa della Musica viene individuato come progetto speciale di Arte all’Arte e rinnovato dall’architetto Loris Cecchini. Dal 2004 subentra The B-Side, la mia associazione, nella gestione dello spazio. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di affiancare le migliori realtà musicali della zona alla qualità dei progetti di livello nazionale e internazionale. I nostri musicisti locali avevano la possibilità di suonare su un palco attrezzato in maniera professionale, accanto ad artisti affermati.
Tra alti e bassi, Sonar è sempre riuscito a mantenere la fedeltà di uno zoccolo duro di appassionati di musica live, senza dover scendere a compromessi: niente cover band, solo musica originale e non per forza quella dal sold out assicurato. Si è cercato di mettere sempre davanti la qualità anche a discapito degli introiti; riteniamo di aver svolto un buonissimo lavoro, senza disturbare o intralciare nessuno, adoperandoci per mantenere in ordine e curato uno stabile che, di fatto, non è mai stato nostro. La concessione veniva rinnovata ogni 5 anni ma, pian piano, ci si accorgeva di quanto diminuissero gli investimenti della politica nella nostra attività socio-culturale; fino al 2016, quando abbiamo dovuto chiudere in attesa di alcuni lavori ma la situazione è ancora questa.
Quali sono stati i problemi che hanno portato alla chiusura?
Lo scoglio più grosso è stato sicuramente quello delle emissioni sonore ma si trattava di una situazione di generale degrado. I problemi sono nati da un’area in particolare dalla quale si disperdeva la maggior parte delle emissioni: questa parte del locale, una sorta di grande gazebo, doveva essere sottoposta a manutenzione e insonorizzazione. Nonostante la nostra buonissima volontà, non è stato possibile affrontare una spesa così consistente per opere che spettano alla proprietà, dunque si è chiesto l’intervento delle istituzioni stesse. Una delle soluzioni in ballo era la chiusura della zona interessata, con altre soluzioni, ma che avrebbero comportato una riduzione drastica degli spazi collegati alla sala concerti, dimezzandone di fatto la capienza. Il comune ci ha promesso un intervento di restauro tempestivo ma solo oggi, dopo 2 anni, sono iniziati finalmente i lavori di insonorizzazione, adesso aspettiamo quelli di ristrutturazione.
Perchè credi sia passato così in secondo piano questo intervento?
Penso non ci sia più tanto interesse nei confronti del tipo di attività socio-culturali che abbiamo sempre promosso. Tempo fa, la politica investiva in attività che favorivano l’aggregazione giovanile, la diffusione della cultura, soprattutto attraverso la musica; mentre oggi sembra che il coinvolgimento vada scemando e che in tutti questi lunghi anni le istituzioni comunali ci abbiano più sopportati che supportati. Noi crediamo che si possano ancora veicolare messaggi positivi tramite l’aggregazione ed un programma culturale condiviso. La cosa che ci sorprende maggiormente è che abbiamo una giunta giovane: per questo confidiamo che possano essere proprio loro i primi a comprendere l’importanza di queste dinamiche.
Avete avuto supporto da parte dei cittadini?
Assolutamente sì, moltissimo sostegno! addirittura una cinquantina di ragazzi si sono presentati all’approvazione del bilancio comunale a chiedere perché non fossero ancora iniziati i lavori al Sonar, perché si chiudesse un bilancio così importante senza un investimento adeguato sul nostro Auditorium. Il supporto da parte della fruizione è anche quello che ci ha spinti a perseverare e sperare in un intervento. Assieme alla vicinanza dei cittadini abbiamo sentito anche quella di Mosaico, l’associazione che dal 2005 gestisce la scuola di musica adiacente al Sonar e che dal 2010 si è accollata la responsabilità dell’intero stabile. Avevamo, ed abbiamo, un bel rapporto di collaborazione: i ragazzi e i docenti della scuola si esibivano sul palco del Sonar in alcune occasioni e gli spazi dell’auditorium, in orario diurno venivano usati per attività didattiche e ricreative. La scuola di musica al momento è in piena attività e ovviamente ci sta supportando verso il nostro obiettivo.
Noi siamo stati correttissimi in questi due anni, non abbiamo mai alzato la voce ed abbiamo atteso pazientemente; oggi però siamo ad un punto difficile nel quale abbiamo bisogno di concretezza. Prendiamo come evento positivo la realizzazione delle palizzate insonorizzate, sicuramente è un punto di partenza che significa buone intenzioni da parte del Comune, ma il lavoro è ancora molto e il tempo corre inesorabile. Nel Sonar ci sono 12 anni di lavoro nostro, investimenti e fatiche. Non vogliamo arrivare ad uno scontro ma pensiamo di meritare una considerazione diversa, quella dovuta al Sonar stesso, eccellenza locale che abbiamo fatto conoscere un po’ in tutta Italia.
Facciamo sempre questa domanda ma con voi assume sicuramente un significato più importante ed incisivo: perché è importante sostenere la musica live?
Perché è l’espressione più diretta della cultura e della civiltà. Non esiste una società senza la musica e soprattutto quella suonata. Il live è un momento di aggregazione e di integrazione, sta alla base di una società civile; serve per l’accrescimento del bagaglio culturale, per apprendere a comunicare e ad esprimersi. La musica live è un bisogno primario.